Il "viaggio" del Guerriero Sammaritano nell'esposizione del pensiero di Bruno Tabacci, candidato a premier nella coalizione di centrosinistra continua....oggi si parla di Europa, Fisco e Questione Morale!
EUROPA: LA CRISI DI UN SOGNO
Nel
1970 l’Italia aveva 55 milioni di abitanti, a fronte di una
popolazione mondiale di 3 miliardi. Nel 2012 l’Italia ha 60 milioni di
abitanti contro i 7 miliardi della popolazione dell’intero pianeta. Ciò
significa che contiamo per meno di un centesimo. Lo stesso vale per
la Francia, la Germania, il Regno Unito. E anno dopo anno, se per l’Europa
non scatterà un vero federalismo, conteremo sempre meno di Paesi come
Stati Uniti, Brasile, Russia, India, Cina.
Senza
un’Europa federale, senza un vero stare insieme, saremo destinati
a soccombere. Siamo dei deboli che si considerano dei forti.
Il FISCO
Il
sommerso in Italia vale il 30% del PIL. In Olanda il 5%. Questo è il più grave
problema dell’italia. Se non lo abbassiamo moriremo strangolati dal debito. Le
tasse sono troppo alte. Bisogna ridurre le aliquote per allargare la base
imponibile. Per fare questo oltre a ridurre il sommerso si deve abbassare
il costo della politica e porre un tetto agli stipendi ed alle spese di
tutti gli eletti e di tutti i dirigenti della Pubblica amministrazione.
In
particolare bisogna:
1. ridurre il numero dei Parlamentari;
2. abolire le Province;
3. accorpare le Regioni;
4. togliere i privilegi alle Regioni a statuto speciale;
5. ridurre il numero delle società nate dalle ex municipalizzate
mediante soppressioni e accorpamenti.
LA
QUESTIONE MORALE
Oggi l’Italia è stanca perché infettata.
E’ profondamente colpita nella sua coscienza
etica. E’come un corpo umano debilitato da una malattia e questa malattia
è morale. Dunque ancora più difficile da curare.
L’Italia
oggi è un Paese alla rovescia:
·
la scuola non è per gli studenti ma per
i professori,
·
la sanità non è per i malati ma per i
baroni universitari,
·
la giustizia non è in funzione dei
cittadini ma degli avvocati e dei magistrati.
Improvvisamente
dovremmo introdurre una rivoluzione di pensiero. Dovremmo affermare:
·
che il benessere è legato al lavoro e
non alla furbizia,
·
che gli affari non si possono condurre
senza regole e senza un’etica profonda,
·
che i diritti camminano sulle gambe dei
doveri,
·
che la politica senza principi è un
pragmatismo senza speranza.
Per
questo ora è molto più difficile del dopoguerra.